Caro Delio,
ho saputo che vai a scuola, che sei alto ben 1 metro e 8 centimetri e che pesi 18 chili. Cosi’ penso che tu sei gia’ molto grande e che tra poco tempo mi scriverai delle lettere. In attesa di cio’, puoi gia’ oggi fare scrivere alla mamma, sotto tua dettatura, delle lettere, come facevi scrivere a me, a Roma, i pompo’ per la nonna. Cosi’ mi dirai se a scuola ti piacciono gli altri bambini e cosa impari e come ti piace giocare. So che costruisci aereoplani e treni e partecipi attivamente all’industrializzazione del paese, ma poi questi aereoplani volano davvero e questi treni corrono? Se ci fossi io, almeno metterei la sigaretta nella ciminiera, in modo che si vedesse un po’ di fumo! Poi mi devi scrivere qualche cosa di Giuliano. Che te ne pare? Ti aiuta nei tuoi lavori? E’ anch’egli un costruttore, oppure e’ ancora troppo piccolo, per meritarsi questa qualifica? Insomma io voglio sapere un mucchio di cose e poiche’ tu sei cosi’ grande, e, mi hanno detto, anche un po’ chiacchierino, cosi’ sono sicuro che mi scriverai, con la mano di mamma, per adesso, una lettera lunga lunga, con tutte queste notizie e altre ancora. E io ti daro’ notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola* che voglio educare. Bacia Giuliano per conto mio e anche la mamma e tutti quanti di casa e la mamma bacera’ te a sua volta per conto mio.
Toi papa
* Ho pensato che tu forse non conosci le lucertole: si tratta di una specie di coccodrilli che romangono sempre piccini.
La dolcezza e la dignita’ di un uomo che invita alla scrittura tutti i suoi figli. Lettera dal carcere scritta da Gramsci al figlio, Delio.