Nel palazzo all’Asinara quante anime birbanti
ed il lusso delle braccia su arcipelaghi di sogni,
presidiavan l’orizzonte aspettando che Caronte
traghettasse nell’inferno i custodi dell’intento.
Nell’ampolla dello Stato le matricole in poltiglia
designate in bianco e nero dalla veste del giudizio,
sono inchiostro sui giornali, quattro calci nel cortile,
lettere d’amore messe in tasca e mai spedite.
E i corsari nella stiva hanno maschere d’assalto
collaudate in alto mare per la presa del palazzo,
si dispongono sui trampoli ammantando l’orizzonte,
brillan fiaccole a petrolio, sulla strada delle onde.
Arlecchino il timoniere spia la rotta a Pantalone,
Mangiafuoco sulla poppa esplode fiori dal cannone,
Pulcinella giu’ in cabina cento passi ha contato
Tra chi burla con la mafia e chi muore in mezzo a un prato.
E nel circo all’Asinara i funamboli festanti
Ed un sociologo trentino all’evolversi dei sogni,
lancian perle di corallo agli artisti del velluto
che a Palazzo Chigi hanno ucciso e poi taciuto.
Dentro l’urna di una loggia i compagni in fila indiana
posti a numeri vincenti sulla ruota di Torino
vengon estratti dalla sorte di una lotteria di vite
che premia la morte sulla scia di una grafite.
Hanno illuminato un botto i pirati dello Stretto
liberando i guastafeste dalle canne in doppio petto,
ora tramano un percorso le parole che sui muri
circondavan di poesia la stagione degli impuri.
Si ricorda a chi ci ascolta che noi siamo giunti in tempo
per un lifting milionario ad un cervello poco attento
che oggi balza sulle antenne delle case senza storia
prosciugando sangue e bile a chi ha in cuore la memoria.
Nel palazzo all’Asinara ora vivono due studenti
ed il gelo di una cella come alito tra i denti.
Nella terra degli olivi c’è chi arringa gli olivastri,
il bancone della vita offre solo frutti guasti!
Testo: Andrea Ruggiero
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