don Isidro Parodi

Gli disse: Mio buon amico, lei che e’ un mago, dara’ adesso a questo povero vecchio il quattro di coppe. Molinari balbetto’: io non ho mai preteso di essere mago, signore… Sa bene che ho rotto tutti i rapporti con quei fanatici.

Hai tagliato e hai mescolato; dammi subito il quattro di coppe. Non aver paura; e’ la prima carta che prenderai. Tremando, Molinari allungo’ la mano, prese una carta qualsiasi e la diede a Parodi. Questi la guardo’ e disse: Sei un fenomeno. Adesso dammi il fante di spade. Molinari prese un’altra carta e gliela consegno’. Adesso il sette di bastoni. Molinari gli diede una carta. L’esercizio ti ha stancato. – disse Parodi – Prendero’ io per te l’ultima carta che e’ il re di coppe. Prese, con fare noncurante, una carta e la uni’ alle altre tre. Poi disse a Molinari di voltarle. Erano: il re di coppe, il sette di bastoni, il fante di spade e il quattro di coppe. Non spalancare tanto gli occhi – disse Parodi – Fra tutte quelle carte uguali ce n’e’ una marcata: la prima che ti ho chiesto, ma non la prima che mi hai dato. Ti ho chiesto il quattro di coppe, mi hai dato il fante di spade; ti ho chiesto il fante di spade, mi hai dato il sette di bastoni; ti ho chiesto il sette di bastoni, mi hai dato il re di coppe. Alla fine ho preso il quattro di coppe, che e’ segnato con questi puntini neri. 

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