cinque minuti

No, no, non pensare in quel modo, non giocare con quel corpo, no, no.
Bevuto e fumato, entrato in macchina eri invincibilmente debole, pensavi alle falsita’ di una
citta’ industriale, ti raccontavi il sogno strano di inseguire con la mano un
orizzonte sempre piu’ lontano. Si partiva, voglia irrefrenabile di quei 5
minuti di superiorita’ esteriore mostrata sotto la cintola. Eri li’ in quella
confusione ormonale scandita da punte di ottima house pigalliana, che
ribolliva in te con ritmi pupillari condotti da luci markoviane.

Ed ecco giunto il termine dello sballo… 

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